I candidati
Due anni insieme
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- Pubblicato Martedì, 07 Giugno 2016 11:26
Sta terminando il secondo anno di Amministrazione targata Vivere Rescaldina, un gruppo costituito non solo da giunta e consiglieri comunali, ma da un numeroso insieme di persone che con passione mettono a disposizione il proprio tempo per il Bene Comune.
Amministrare questo paese è un’esperienza esaltante, una sfida giocata tra mille difficoltà (debiti pregressi, difficoltà amministrative della macchina comunale, problemi lasciati aperti da anni…) il cui premio sarà un paese dove è bello vivere, un paese più vivo, più bello, dove si faccia cultura, si sia attenti agli ultimi e in cui ripartano quei lavori pubblici di cui da anni si sente il bisogno.
Fare ripartire una macchina ferma da anni non è stato semplice, ma finalmente si vedono i risultati e Rescaldina può guardare più serenamente al futuro.
È impossibile elencare tutto ciò che in questi due anni è stato realizzato, ma sul sito internet del Comune dall'8 giugno troverete il documento che traccia il bilancio dei primi due anni di amministrazione confrontato con il programma elettorale.
Vi aspetto domani, 8 giugno alle ore 21.00 al Parco Sandro Pertini, per un confronto aperto, amichevole e franco su quanto realizzato e quanto ancora da realizzare, perché la Rescaldina dove è bello vivere potremo costruirla solo con l'impegno di tutti!
Michele Cattaneo
Guarda: di cosa parleremo?
Due anni al servizio di Rescaldina
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- Pubblicato Lunedì, 06 Giugno 2016 15:57
Un'amministrazione trasparente: un concetto che il Sindaco Cattaneo, la sua giunta e Vivere Rescaldina hanno ripetuto all'infinito lungo i due anni da quando i cittadini di Rescaldina li hanno scelti per amministrare il loro paese.
“La trasparenza passa anche da sapere rendere conto di quello che si è fatto e di quello che ancora resta da fare” dice il Sindaco Cattaneo spiegando il perché della serata del prossimo mercoledì e continua “incontrare i cittadini per fare il punto sullo stato dell'attuazione del programma assolve un dovere morale che dovrebbe avere ogni amministratore locale”.
In realtà, quello del rendiconto anno per anno del programma attuato, non è un obbligo di legge. La legge prevede infatti che solo al termine del quinto anno il Sindaco presenti una relazione di fine mandato. Vivere Rescaldina però è convinta che solo dal confronto costante con i cittadini possa nascere “il paese dove è bello vivere”, il paese dove cittadini e Amministrazione condividono il senso di partecipazione, le difficoltà dell'amministrare, le soddisfazioni dei risultati ottenuti.
L'8 giugno alle 21.00 quindi, nel contesto del Parco Sandro Pertini in via Matteotti, dietro all'auditorium, Vivere Rescaldina presenterà quanto fatto dal 2014 ad oggi e lo farà in modo originale, non una semplice presentazione ma una serata interattiva dove incontrare gli amministratori, chiacchierare, confrontarsi, porre domande e ascoltare risposte.
I cittadini ancora una volta quindi la faranno da padroni, nessuna domanda resterà senza risposte e i cittadini potranno finalmente farsi un'opinione su come vanno le cose.
Per informazioni
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La ricerca della bellezza
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- Pubblicato Sabato, 04 Giugno 2016 09:43
Si può misurare la bellezza? Chi ne stabilisce i parametri comparativi? Cosa è veramente bello? E’ dai tempi dei greci di duemilacinquecento anni fa che si cerca con insistenza di rispondere a questi quesiti. Ne hanno parlato in molti, da Platone a Kant allo scrittore russo Dostoevskij quando, nel suo libro “L’idiota”, fa dire al principe Miskin che “…la bellezza salverà il mondo…”.
Un noto proverbio popolare enuncia che non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace. Filosofi e letterati di ogni tempo affermano il contrario. Ritengono la bellezza, quella vera, più oggettiva che soggettiva. Nessuno può impedirci di indossare vestiti stracciati o di rovinarci il corpo con tatuaggi mostruosi e discutibili piercing appesi nei punti meno prevedibili, ma i capricci personali o le furbate commerciali non si devono confondere con il linguaggio universale della bellezza. Il bello prescinde dal gusto personale di ognuno e non è mai un traguardo finale. Oltre quella linea, numerose altre forme di magnificenza sono in attesa di essere svelate. Cercare il bello significa elevarsi ad altezze infinite alla ricerca di un valore utopico sconosciuto che nessun essere umano e nessun ragionamento razionale è in grado di descrivere.
Una considerazione accomuna tutti gli studiosi, dal periodo classico in poi: il bello deve inevitabilmente essere associato al buono. La bellezza insegue la perfezione e, proprio per questo, necessita di altre virtù che si esprimono con la bontà, la misura e la verità. Un paese sgradevole, scolorito, poco spazioso, scarso di giardini e luoghi culturali, è soffocante e fatica ad esprimere etica e moralità. E’ ciò che viene alla mente ogni volta che un notiziario parla di Scampia, il quartiere di Napoli noto per il suo carcere, la sua discarica e le persone stipate nei palazzoni soprannominati “Le Vele”. Quel quartiere non è un bel posto in cui vivere e non aiuta ad essere felici; fa pensare che l’orrore genera il male. Il male può anche convertirsi al bene ma non potrà mai creare bellezza. Così come un fast-food con i suoi cibi ipercalorici non potrà mai distribuire fascino tra suoi avventori.
I parametri di bellezza, come detto, sono in continua trasformazione. Sono legati a momenti particolari della vita dell’uomo e non sempre sono apprezzati da figli e nipoti. E’ presumibile che i visi volutamente scarnificati del popolo Maja, con sorrisi sdentati e teste allungate destino curiosità ma nessuna ammirazione tra i discendenti. E’ sufficiente entrare in un museo o in una pinacoteca per comprendere cosa ha resistito nel tempo e cosa non ha lasciato tracce del proprio passaggio. Capita però di attraversare periodi in cui si è sfiniti dalla troppa bellezza, o delusi dalle brutture, al punto da volere troncare con il passato e dimenticare tutto per ripartire alla ricerca di nuove espressioni artistiche. E’ questa, per esempio, l’impressione destata da un dipinto dell’ucraino Kazimir Malevic, esposto al museo Ermitage di San Pietroburgo, raffigurante un quadrato completamente nero risalente all’anno mille913. Quel quadro ha poco da condividere con le tele del rinascimento italiano e ci fa comprendere come sia difficile confrontare il bello di ieri con il bello di oggi. Dobbiamo però riconoscere che mentre seguitiamo ad ammirare le ombre e le luci delle pitture del Caravaggio non è detto che fra cinquecento anni avvenga la stessa cosa per il quadrato nero di Malevic.
Esiste in ogni caso una bellezza assoluta che non tradisce mai e che deve essere conservata con ogni mezzo, è la natura. Una natura che esprime colori, rumori, odori e immagini che non stancano mai. E’ impossibile non provare ammirazione per il firmamento, i mari, i monti, i deserti, la flora e ovviamente la fauna del nostro pianeta. Permettere ad un bosco di sopravvivere in luogo di un inutile nuovo capannone per supermercato è più gratificante perché nessuna colata di cemento potrà mai affascinare tanto quanto un insediamento di vita naturale. La natura, da bella com’è, può però diventare selvaggia e terrificante, non meno che sublime. Eruzioni vulcaniche, terremoti, mareggiate e furiosi nubifragi sono una minaccia costante per la gracilità dell’uomo ma anche uno spettacolo che non ha eguali nella vita terrena, e questo è un ottimo motivo per rispettare e temere la potenza dell’universo che ci ospita.
Infine, e per importanza dovrebbe figurare al primo posto, c’è da considerare la bellezza dell’altro, e quindi la più naturale delle pulsioni umane: l’attrazione sessuale. Pure in questo caso la ragione e il sentimento entrano in conflitto alla ricerca di un’introvabile ideale di perfezione. Il richiamo dell’altro sesso è decisivo al fine di stabilire, senza alcun dubbio, che l’amore è più bello dell’odio. Non serve a questo punto cercare argomenti contradditori a riguardo delle concorrenti ai concorsi di bellezza: sono tutte attraenti e quasi tutte dicono che vogliono amore e pace nel mondo.
Gastone Campanati
Lo sportello badanti è realtà
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- Pubblicato Venerdì, 03 Giugno 2016 08:34
Dal primo sabato di maggio lo sportello badanti a Rescaldina è realtà, in coerenza con quanto scritto, nero su bianco, nel nostro programma elettorale.
L'Amministrazione comunale, con la preziosa e indispensabile collaborazione di Caritas, ha progettato per mesi questo servizio per la cittadinanza, analizzando le esperienze sui territori limitrofi e individuando le dinamiche virtuose da riproporre.
Crediamo che il risultato sia veramente incoraggiante, abbiamo, infatti, approntato un servizio che vuole essere un punto di riferimento per tutte quelle famiglie che sono alle prese con le numerose difficoltà legate alla cura dei familiari più avanti con l'età.
In sintesi, lo sportello si dirama in due direzioni: da una parte, la possibilità di recarsi al punto ascolto della Caritas ogni 1° e 3° sabato del mese per proporsi come badante indicando le proprie competenze e disponibilità; dall'altra, l'opportunità di chiedere tramite mail (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
) un appuntamento per richiedere l'aiuto di un assistente alla persona e attingere informazioni da quello che man mano diventerà un vero e proprio "albo badanti".
Ci preme, inoltre, sottolineare quelle che sono le possibilità indirette che, ci auguriamo, possano esserci per la nostra comunità. In particolare questo strumento promuoverà lo sviluppo delle competenze delle persone e la messa in rete delle stesse, aumentando quindi la possibilità di creare opportunità lavorative; implementerà il senso di comunità del nostro paese, che potrà contare sull'appoggio di persone che siano in grado di aiutarli nei momenti di particolare fragilità; aumenterà il senso di legalità che potrà contare su un servizio trasparente e di alta qualità.
Tutto questo ci convince di aver centrato un obiettivo importante e fondamentale per la crescita sociale e culturale di Rescaldina.
Assessore ai Servizi Sociali
Rudoni Enrico
2 giugno 2016 - Festa della Repubblica
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- Pubblicato Giovedì, 02 Giugno 2016 10:39
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Ho scelto questo articolo, l'articolo tre, per sottolineare con voi oggi, nell'anno del vostro diciottesimo compleanno, l'importanza dell'appartenenza, l'importanza del fare parte di una comunità.
Teniamo moltissimo a questo momento che viviamo un po' come un battesimo, un momento di svolta, di ingresso nel mondo degli adulti. Quando ho compiuto 18 anni io, ben 25 anni fa, mi sembrava che con quel compleanno potesse un po' cambiare il mio mondo, che ci sarebbe stata chissà che indipendenza. In realtà il vero cambiamento è stato il diritto di voto che ha obbligato me e i miei compagni a riflettere, discutere e confrontarci su chi votare e perché. Voi iniziate a votare con due referendum di cui uno costituzionale, un passaggio decisivo, una svolta per il nostro paese molto più che una votazione politica.
Ma torniamo all'articolo 3, è sufficiente essere cittadini, essere residenti a Rescaldina per far parte di una comunità? Sono convinto che si fa parte davvero di una comunità quando si è uguali tra uguali, quando si compartecipa ai diritti, quando si ha la stessa ampiezza di prospettive e di possibilità.
Un giovane è in una condizione irripetibile della sua vita perché ha davanti a sé tutto un futuro da costruire, una vita da immaginare. Non c'è niente di più triste di un diciottenne che ritiene già segnato il suo destino, la strada che percorrerà. Attenzione, non è triste il diciottenne, questo non vuole essere un giudizio sulla persona ma sulle condizioni sociali che possono portare un giovane a pensare di non avere prospettive.
Luca e Caterina, i due ragazzi che stanno facendo lo stage per l'alternanza scuola lavoro nello staff del Sindaco, ieri, discutendo di questo articolo, mi dicevano che il Comune ha il dovere di garantire il pieno sviluppo e la piena formazione della persona umana.
Come lo può fare?
Facendo un bell'esame di coscienza e traendone le conseguenze.
Il comune deve porre in essere tutte le azioni possibili per, come dice la Costituzione, rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, per rimuovere tutte le condizioni che fanno sentire un ragazzo, un cittadino, diverso da un altro.
Quante volte facciamo differenza tra cittadini?
Non pensiamo solo alle differenze di stratificazione sociale, pensiamo anche alle differenze di età. Perché ci si confronta solo con chi vota? Perché i politici, gli amministratori, non si confrontano con i più deboli pensandoli solo come un problema da affrontare e non come una risorsa? Perché si fa fatica a considerare bambini, ragazzi, disabili, anziani come risorse portatrici di idee, di bisogni, di diritti e non solo di problemi e di esigenze a cui rispondere?
L'ho detto poco fa, ho compiuto 18 anni da ben 25 anni, posso arrogarmi il diritto di vedere il mondo come lo vedete voi? Possiamo noi 17 consiglieri comunali pensare di essere degli “eletti” con la verità in tasca, gli unici capaci di decidere di cosa avete bisogno? Noi conosciamo i desideri, le gioie, le sofferenze, dei nostri figli, dei nostri conoscenti, dei diciottenni che eravamo ma non conosciamo profondamente le vostre perché non le viviamo.
Dovete aiutarci!
Non possiamo fare a meno di voi, non possiamo rinunciare alla collaborazione della vostra generazione per interpretare i nostri tempi e per costruire il futuro nostro e vostro.
Le barriere e le differenze di cui parla la Costituzione le possiamo eliminare soltanto lavorandoci tutti insieme senza aspettarci che qualcuno lo faccia per noi.
Vi chiedo per favore, ve lo chiedo con la consapevolezza di cui parlavo prima, la consapevolezza di non essere davvero degli “eletti” onnipotenti, vi chiedo per favore, di non lasciarci soli nell'amministrare questo paese ma di partecipare, con tutti gli strumenti che vi sono messi a disposizione o anche chiedendocene di nuovi, alla costruzione di un nuovo paese, un paese dove tutti abbiano la possibilità di guardare al futuro con uno sguardo sereno ma dove tutti, prima di tutto, abbiano la possibilità di costruirselo il futuro, di viverlo il futuro.
Ve lo chiedo per favore, abbiamo bisogno di voi.