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I candidati
Sorpresa per i bimbi della materna Don Pozzi
NUOVI SERVIZI IGIENICI E COMPLETA RISTRUTTURAZIONE DEGLI “STORICI”SERRAMENTI
Un rientro a scuola con “sorpresa” quello dei bambini della scuola dell'infanzia don Pozzi.
I bimbi che frequentano la storica scuola materna di Rescaldina infatti hanno trovato, al rientro dalle vacanze, la loro scuola rinnovata, più bella e più rispondente alle loro esigenze.
La scuola don Pozzi si trova in un edificio degli anni '20 sottoposto a tutela della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Città Metropolitana di Milano e pertanto ogni intervento deve essere studiato attentamente e sottoposto a preventiva approvazione.
In questa situazione, essere riusciti a terminare l'intervento nei tempi previsti dal bando di Regione Lombardia (Regione Lombardia ha finanziato circa 86.000 € su una spesa totale di circa 216.000 €) è stata un'impresa quasi ai limiti dell'impossibile, realizzata grazie alla determinazione dell’Amministrazione comunale e alla professionalità dell'Area Lavori Pubblici del Comune di Rescaldina, di cui è responsabile l'Arch. Di Geronimo.
Cosa succede al Parco Sandro Pertini?
Il Parco Sandro Pertini (che qualcuno ancora chiama “bassettino”) sta tornando a nuova vita.
Grazie anche alla richiesta di un privato di farci un locale estivo (aperto solo fino alla fine di Luglio) riusciremo finalmente a risolvere una questione che si trascina da tanti anni.
La richiesta del gestore è arrivata nel mese di maggio. La proposta è di realizzare un piccolo bar estivo che proponga al venerdì sera musica dal vivo e il sabato spettacoli di cabaret.
Palco e spazio antistante quindi stanno subendo in questi giorni una radicale sistemazione operata dal nuovo gestore che sta inoltre coinvolgendo proprio i ragazzi che fino ad oggi hanno vissuto il luogo come punto di ritrovo ed aggregazione . Questo aspetto sociale ha certamente dei risvolti sociali importanti. Il coinvolgimento degli stessi ragazzi nel riabbellimento della struttura li rende e li renderà responsabili della struttura stessa. Saranno poi loro stessi a difenderla e a garantirne la bellezza e il decoro perché, ne siamo certi, da oggi a quel luogo vorranno un po’ più bene perché hanno partecipato direttamente alla sua rivitalizzazione.
Il progetto non avrà invece ripercussioni negative sulle altre iniziative in corso, sia per dimensioni (l'area interessata è quella degli spalti, del fronte del palco e del palco stesso) che per bacino di utenza. La provenienza da Legnano del gestore invece avrà probabilmente l'effetto di portare più gente nel nostro paese aiutandolo a riprendere un ruolo di polo attrattore che negli anni scorsi aveva perso.
Un luogo spento e indicato dai più come pericoloso tornerà così nuovamente a vivere e a riallacciare il suo rapporto con la cittadinanza!
Ampliamento Auchan
Cito da un articolo de IL SOLE 24 ORE, a firma di Paola Dezza del 14 Settembre 2014
“È stata perfezionata in questi giorni l'operazione che vede coinvolti Enpam e Auchan. Come anticipato a luglio da Il Sole24 Ore, Gallerie Commerciali Italia, filiale di Immochan (Gruppo Auchan), ha apportato tre gallerie commerciali a un fondo immobiliare costituito per l'occasione da Antirion, che ne seguirà la gestione. A sottoscrivere il fondo per l'80% delle quote è Enpam, l'ente previdenziale di medici e odontoiatri.
…..Gci utilizzerà 150 milioni di euro di introiti dell'operazione….. per ampliare le gallerie di alcune location tra cui Rescaldina, alle porte di Milano….”
Settembre 2014, non ieri l’altro, quando la giunta guidata dal Sindaco Michele Cattaneo ha iniziato una trattativa con Auchan per ridurre al minimo il consumo di suolo e ha portato, dopo lunga trattativa, a definire di eseguire l’ampliamento sull’area già edificata, oggi destinata a parcheggio dipendenti.
Già a Settembre 2014, due anni orsono, Auchan aveva la certezza di poter edificare sulle aree lungo la via Marco Polo ed ha legato operazioni da milioni di Euro, all’ampliamento del centro commerciale di Rescaldina.
Auchan, già due anni orsono, sapeva di poter edificare e questa sua certezza nasceva da un PGT, approvato dalla precedente amministrazione, che gli riconosceva dei diritti che oggi nessuno avrebbe più potuto negargli.
Che margini di trattativa aveva la giunta in carica?
Non potendo negare dei diritti acquisiti ha lavorato nell’unico modo che poteva, aprendo un tavolo di confronto con Auchan, chiedendo che la stessa modificasse la sua progettazione e chiedendo di spostare le future volumetrie dalle aree che oggi sono a verde ad aree già oggi cementificate.
Da questa trattativa è scaturito il progetto Auchan di cui oggi si sta parlando.
In mancanza di questi accordi, Auchan avrebbe ugualmente edificato, avrebbe ugualmente utilizzato la volumetria disponibile; ma lo avrebbe fatto a discapito di quelle aree verdi che oggi siamo riusciti a salvaguardare.
E’ stata usata quella che normalmente viene chiamata “politica del minor danno”, l’unica che la nostra amministrazione, carte alla mano e a causa di un PGT in essere, poteva usare.
Chi ritiene che i centri commerciali portino lavoro potrà essere contento, chi ritiene che non servano e non ne avrebbe fatti costruire (Sindaco in testa) mastica amarissimo; ma alternative non ce n’erano, se non sperare nel miracolo che Auchan esprimesse la volontà di rinunciare autonomamente ai propri diritti edificatori. (Chi ci avrebbe mai potuto credere e sperare???)
La nostra storia
Partiamo da una premessa storica incontrovertibile: i flussi migratori nella storia sono sempre esistiti, al pari purtroppo delle guerre o di altri fenomeni, quali carestie, epidemie e sconvolgimenti climatici. Conseguenza ovvia è che discutere se sia giusto o meno, nel 2016, che ci siano immigrati che arrivino sul nostro territorio equivale a discorrere (secondo me al limite della ragione) se sia giusto o meno che oggi ci sia il sole oppure piova.
Credo invece sia più utile analizzare altre questioni quali le cause geopolitiche che provocano esodi di massa rappresentati da immagini drammatiche che sconvolgono la mia sensibilità oppure, ancor più costruttivo, quale concetto di accoglienza siamo in grado e vogliamo adottare verse queste sventurate popolazioni.
Bilancio Partecipativo
La visione di un progetto "perdente"
Che cos’è esattamente un Bilancio Partecipativo?
“È uno strumento che può inserirsi nel processo decisionale relativo alla manovra di bilancio, avente lo scopo di coinvolgere la popolazione nella scelta degli obiettivi e delle modalità di spesa delle risorse pubbliche per interventi sul territorio.
La partecipazione si realizza su base territoriale: regione, provincia, comune, circoscrizione, quartiere, ecc.
Sono fasi essenziali del processo di bilancio partecipativo l’informazione, la consultazione e la decisione, il documento della partecipazione, il monitoraggio e la verifica.
Nel corso di riunioni pubbliche la popolazione del territorio interessato è invitata a precisare i bisogni e a stabilire le priorità in vari campi o settori (ambiente, educazione, salute, viabilità, ecc.).”
(Cit. Centro Studi Giuridici e Politici – Regione Umbria)
Dunque anche da noi lo scorso inverno si è avviato il primo esperimento di Bilancio Partecipativo.
Io stesso sono stato promotore di una proposta, seppur risultata perdente (o meglio, non vincente), alla votazione finale (parchetto giochi INCLUSIVO per bambini disabili e non).
A seguito di questa prima esperienza, ho letto pareri discordanti, negativi e positivi. Vorrei con questo mio scritto proporre una riflessione su alcuni di questi aspetti e stendere un mio personalissimo bilancio su questa prima esperienza.
LAMENTELA E PARTECIPAZIONE
Leggo spesso sui Social Network lamentele di ogni genere, tanti commenti relativi ad un presunto immobilismo dell’attuale giunta e tanti messaggi di protesta.
Gli argomenti sono quasi sempre i soliti, le buche nelle strade, la fioriera di Rescalda, le piante potate troppo o quelle potate troppo poco. Leggo sia stato dato spazio solo alla Tela (come se un percorso di legalità e lotta alle mafie non sia importante, nonostante molti per questo siano morti).
Non dico che quanto scritto non sia vero o poco importante ma noto subito che i commenti sono postati sempre da quei pochi cittadini, molto presenti sui social, spesso dediti a puntare il dito su presunte o reali mancanze dell’amministrazione. Dattilografi molto ligi nell’esprimere giudizi spesso superficiali o pareri privi delle dovute informazioni preliminari, sempre puntuali e sempre presenti…. purtroppo solo sui Social.
Quando l’amministrazione organizza incontri pubblici, non lo fa per autoincensarsi ma per rendere conto alla cittadinanza anche di quanto ancora c’è da fare, spiegare gli eventuali ritardi e sentire i pareri di tutti, ecco che allora i soliti noti non si presentano, e non si espongono. Preferiscono restare dietro la loro bella tastiera, che evidentemente sentono come uno scudo protettivo, evitando un confronto fatto di fatti, fatto di idee, fatto di proposte e fatto di intelligenza molto più argomentabile che in poche righe, senza un contraddittorio, affidate ad un post.
Dibattiti ai quali, nonostante le cyber critiche, molti cittadini hanno partecipato, esprimendo le loro opinioni, raccontando i loro disagi ed i loro dubbi, aiutando così gli amministratori a meglio tarare le priorità ed il programma di governo del paese.
Ultimo esempio in ordine di tempo, la sera di mercoledì 8 Giugno, all’Auditrorium, si è svolto un incontro, aperto alla cittadinanza, proprio con questo scopo, raccontare in poche parole cosa è stato e cosa non è stato fatto, per poi dare la parola ai cittadini ed ascoltare dalla loro viva voce le argomentazioni, le idee, le contestazioni e le proposte.
Sorpresa….dei soliti lamentatori da tastiera nemmeno l’ombra, nessuno di costoro ha avuto il tempo di partecipare e di mettersi a disposizione delle proprie idee e dei propri concittadini ma fortunatamente in tanti altri sono venuti (non quanti personalmente avrei sperato, ma sono un inguaribile ottimista). In tanti hanno partecipato, hanno incontrato chi, nel bene o nel male, governa il paese e con loro hanno discusso con serietà, educazione ed intelligenza stimolando la discussione fornendo contributi importantissimi a chi poi deve applicare una politica per TUTTI.
Fortunatamente la presenza e la partecipazione, incontro dopo incontro sembra aumentare sempre un po di più, segno che una scossa vitale al nostro paese si può ancora darla, che c’è una coscienza di comunità ancora viva e bisognosa di esprimersi.
Ho notato maggiore voglia di partecipazione più nella semplice cittadinanza che in chi cerca di impegnarsi politicamente, ho apprezzato la presenta di Paolo Magistrali e del suo gruppo, ma notato malinconicamente l’assenza degli altri gruppi consiliari di opposizione.
A questo punto mi domando, che senso ha criticare e lamentarsi quotidianamente se poi, alla luce dei fatti, di quelle lamentele non frega nulla soprattutto a chi le scrive, visto che non si adopera minimamente per esse?
Perché i “leoni da tastiera” non pensano di passare al livello superiore, di passare all’attivismo 2.0, venendo anche loro agli incontri, facendo sentire il loro spirito controcorrente, formulando le loro proposte come tanti hanno fatto, aprendosi ad un dibattito e ad un confronto che, quello si, è sintomo intelligenza e di democrazia?
A pensare male sembra che a loro risolvere i problemi e progredire non interessi più di tanto, sembrano interessarsi più della visibilità che possono ottenere grazie ad un post su un social, ma sfuggendo ad un confronto in cui possono ottenere quella risposta diretta che tanto pretendono sui social.
Non c’è nulla di più antidemocratico di un social network e nulla di più democratico di un incontro pubblico, aperto alla cittadinanza, in cui i cittadini in primis hanno diritto di parola e di proposta.
Chi è assente ha comunque sempre torto quindi, continuate pure a lamentarvi, a piangere dietro i vostri computer, ad accusare chi cerca di lavorare per il paese, ma ricordatevi che chi non c’è, chi non partecipa, chi non propone, è il primo responsabile di tutto ciò che ritenete sbagliato.
Onore invece a chi ci ha messo la faccia, a chi ha dedicato del tempo, a chi ha ritenuto doveroso partecipare anche se con idee diverse, con l’auspicio che ogni partecipante di oggi sia da stimolo a farne partecipare altri due domani e così via, perché solo in questo modo Rescaldina potrà tornare ad essere una comunità vivace e stimolante per noi e per i nostri figli, con buona pace di chi, non portando il proprio contributo ma usando il tempo a lamentarsi, senza proposte, condannerebbe la comunità al degrado senza peraltro assumersene la parziale responsabilità.
Scrivo questo con la consapevolezza che il senso di superiorità e di arroganza di alcuni li porterà a non leggere nemmeno una parola di quanto scritto ma anche con la indissolubile certezza che chi ha intelligenza, e sono la maggioranza, riuscirà a capire e ad apprezzare il messaggio lanciato da queste righe e dalla frase qui sotto.
“La democrazia può resistere alla minaccia autoritaria soltanto a patto che si trasformi, da democrazia di spettatori passivi, in democrazia di partecipanti attivi, nella quale cioè i problemi della comunità siano familiari al singolo e per lui importanti quanto le sue faccende private”
Erich Fromm - 1976
Luigi Di Lello
La pioggia non ci spaventa!
...e se il tempo non è clemente, noi ci troviamo in Auditorium.
Partecipazione prima di tutto, anche del cattivo tempo!
Due anni insieme
Sta terminando il secondo anno di Amministrazione targata Vivere Rescaldina, un gruppo costituito non solo da giunta e consiglieri comunali, ma da un numeroso insieme di persone che con passione mettono a disposizione il proprio tempo per il Bene Comune.
Amministrare questo paese è un’esperienza esaltante, una sfida giocata tra mille difficoltà (debiti pregressi, difficoltà amministrative della macchina comunale, problemi lasciati aperti da anni…) il cui premio sarà un paese dove è bello vivere, un paese più vivo, più bello, dove si faccia cultura, si sia attenti agli ultimi e in cui ripartano quei lavori pubblici di cui da anni si sente il bisogno.
Fare ripartire una macchina ferma da anni non è stato semplice, ma finalmente si vedono i risultati e Rescaldina può guardare più serenamente al futuro.
È impossibile elencare tutto ciò che in questi due anni è stato realizzato, ma sul sito internet del Comune dall'8 giugno troverete il documento che traccia il bilancio dei primi due anni di amministrazione confrontato con il programma elettorale.
Vi aspetto domani, 8 giugno alle ore 21.00 al Parco Sandro Pertini, per un confronto aperto, amichevole e franco su quanto realizzato e quanto ancora da realizzare, perché la Rescaldina dove è bello vivere potremo costruirla solo con l'impegno di tutti!
Michele Cattaneo
Guarda: di cosa parleremo?
Due anni al servizio di Rescaldina
Un'amministrazione trasparente: un concetto che il Sindaco Cattaneo, la sua giunta e Vivere Rescaldina hanno ripetuto all'infinito lungo i due anni da quando i cittadini di Rescaldina li hanno scelti per amministrare il loro paese.
“La trasparenza passa anche da sapere rendere conto di quello che si è fatto e di quello che ancora resta da fare” dice il Sindaco Cattaneo spiegando il perché della serata del prossimo mercoledì e continua “incontrare i cittadini per fare il punto sullo stato dell'attuazione del programma assolve un dovere morale che dovrebbe avere ogni amministratore locale”.
In realtà, quello del rendiconto anno per anno del programma attuato, non è un obbligo di legge. La legge prevede infatti che solo al termine del quinto anno il Sindaco presenti una relazione di fine mandato. Vivere Rescaldina però è convinta che solo dal confronto costante con i cittadini possa nascere “il paese dove è bello vivere”, il paese dove cittadini e Amministrazione condividono il senso di partecipazione, le difficoltà dell'amministrare, le soddisfazioni dei risultati ottenuti.
L'8 giugno alle 21.00 quindi, nel contesto del Parco Sandro Pertini in via Matteotti, dietro all'auditorium, Vivere Rescaldina presenterà quanto fatto dal 2014 ad oggi e lo farà in modo originale, non una semplice presentazione ma una serata interattiva dove incontrare gli amministratori, chiacchierare, confrontarsi, porre domande e ascoltare risposte.
I cittadini ancora una volta quindi la faranno da padroni, nessuna domanda resterà senza risposte e i cittadini potranno finalmente farsi un'opinione su come vanno le cose.
Per informazioni
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La ricerca della bellezza
Si può misurare la bellezza? Chi ne stabilisce i parametri comparativi? Cosa è veramente bello? E’ dai tempi dei greci di duemilacinquecento anni fa che si cerca con insistenza di rispondere a questi quesiti. Ne hanno parlato in molti, da Platone a Kant allo scrittore russo Dostoevskij quando, nel suo libro “L’idiota”, fa dire al principe Miskin che “…la bellezza salverà il mondo…”.
Un noto proverbio popolare enuncia che non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace. Filosofi e letterati di ogni tempo affermano il contrario. Ritengono la bellezza, quella vera, più oggettiva che soggettiva. Nessuno può impedirci di indossare vestiti stracciati o di rovinarci il corpo con tatuaggi mostruosi e discutibili piercing appesi nei punti meno prevedibili, ma i capricci personali o le furbate commerciali non si devono confondere con il linguaggio universale della bellezza. Il bello prescinde dal gusto personale di ognuno e non è mai un traguardo finale. Oltre quella linea, numerose altre forme di magnificenza sono in attesa di essere svelate. Cercare il bello significa elevarsi ad altezze infinite alla ricerca di un valore utopico sconosciuto che nessun essere umano e nessun ragionamento razionale è in grado di descrivere.
Una considerazione accomuna tutti gli studiosi, dal periodo classico in poi: il bello deve inevitabilmente essere associato al buono. La bellezza insegue la perfezione e, proprio per questo, necessita di altre virtù che si esprimono con la bontà, la misura e la verità. Un paese sgradevole, scolorito, poco spazioso, scarso di giardini e luoghi culturali, è soffocante e fatica ad esprimere etica e moralità. E’ ciò che viene alla mente ogni volta che un notiziario parla di Scampia, il quartiere di Napoli noto per il suo carcere, la sua discarica e le persone stipate nei palazzoni soprannominati “Le Vele”. Quel quartiere non è un bel posto in cui vivere e non aiuta ad essere felici; fa pensare che l’orrore genera il male. Il male può anche convertirsi al bene ma non potrà mai creare bellezza. Così come un fast-food con i suoi cibi ipercalorici non potrà mai distribuire fascino tra suoi avventori.
I parametri di bellezza, come detto, sono in continua trasformazione. Sono legati a momenti particolari della vita dell’uomo e non sempre sono apprezzati da figli e nipoti. E’ presumibile che i visi volutamente scarnificati del popolo Maja, con sorrisi sdentati e teste allungate destino curiosità ma nessuna ammirazione tra i discendenti. E’ sufficiente entrare in un museo o in una pinacoteca per comprendere cosa ha resistito nel tempo e cosa non ha lasciato tracce del proprio passaggio. Capita però di attraversare periodi in cui si è sfiniti dalla troppa bellezza, o delusi dalle brutture, al punto da volere troncare con il passato e dimenticare tutto per ripartire alla ricerca di nuove espressioni artistiche. E’ questa, per esempio, l’impressione destata da un dipinto dell’ucraino Kazimir Malevic, esposto al museo Ermitage di San Pietroburgo, raffigurante un quadrato completamente nero risalente all’anno mille913. Quel quadro ha poco da condividere con le tele del rinascimento italiano e ci fa comprendere come sia difficile confrontare il bello di ieri con il bello di oggi. Dobbiamo però riconoscere che mentre seguitiamo ad ammirare le ombre e le luci delle pitture del Caravaggio non è detto che fra cinquecento anni avvenga la stessa cosa per il quadrato nero di Malevic.
Esiste in ogni caso una bellezza assoluta che non tradisce mai e che deve essere conservata con ogni mezzo, è la natura. Una natura che esprime colori, rumori, odori e immagini che non stancano mai. E’ impossibile non provare ammirazione per il firmamento, i mari, i monti, i deserti, la flora e ovviamente la fauna del nostro pianeta. Permettere ad un bosco di sopravvivere in luogo di un inutile nuovo capannone per supermercato è più gratificante perché nessuna colata di cemento potrà mai affascinare tanto quanto un insediamento di vita naturale. La natura, da bella com’è, può però diventare selvaggia e terrificante, non meno che sublime. Eruzioni vulcaniche, terremoti, mareggiate e furiosi nubifragi sono una minaccia costante per la gracilità dell’uomo ma anche uno spettacolo che non ha eguali nella vita terrena, e questo è un ottimo motivo per rispettare e temere la potenza dell’universo che ci ospita.
Infine, e per importanza dovrebbe figurare al primo posto, c’è da considerare la bellezza dell’altro, e quindi la più naturale delle pulsioni umane: l’attrazione sessuale. Pure in questo caso la ragione e il sentimento entrano in conflitto alla ricerca di un’introvabile ideale di perfezione. Il richiamo dell’altro sesso è decisivo al fine di stabilire, senza alcun dubbio, che l’amore è più bello dell’odio. Non serve a questo punto cercare argomenti contradditori a riguardo delle concorrenti ai concorsi di bellezza: sono tutte attraenti e quasi tutte dicono che vogliono amore e pace nel mondo.
Gastone Campanati
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